La Famiglia Cadorna, Raffaele ,Luigi, Raffaele

Raffaele Cadorna 1815-1897

Nato a Milano nel 1815 emigrò giovanissimo in Piemonte. Il padre Carlo fu ministro con Carlo Alberto e Presidente del Consiglio di Stato con Vittorio Emanuele. Frequentò la scuola Militare uscendone ufficiale del genio. Col grado di maggiore comandò i reparti del genio dei volontari lombardi nel 48. Dopo la pace si arruolò nella legione francese d'Algeri. Ritornato in Italia comandò un battaglione in Crimea e nel 1859 col grado di tenente colonnello fece da apripista alla battaglia di San Martino. Passò col grado di Colonnello al Ministero della Guerra nel governo provvisorio toscano. Nel 1866 da generale partecipa alla III guerra di indipendenza col corpo che punta a liberare Trieste. Nell'autunno è al comando dei reparti inviati in Sicilia per la repressione dei disordini dove si distinse per la brutalità e le condanne comminate. Nel 1870 ha il comando dell'armata sotto le mura di Roma. Già deputato poi senatore, fu sempre un accanito avversario del garibaldinismo, nonostante fosse spesso affiancato da ex generali di Garibaldi (Bixio, Cosenz, Medici). Morì a Torino nel 1897.

 

Luigi Cadorna 1850-1928

Nato a Pallanza nel 1850, figlio di Raffaele, intraprese la carriera Luigi Cadorna militare nel corpo di Artiglieria col grado di sottotenente. Dopo una breve pausa al Comando del Corpo di Stato Maggiore da colonnello comanda il 10° bersaglieri nel 1892. Rientrato nei ranghi di Stato maggiore è all'VIII c.d.a.  Nel 1898 comanda la brigata Pistoia e da Tenente generale la Divisione Ancona. Nel successivo grado è al IV c.d.a.  Uomo dai difficili rapporti coi politici, sarebbe il naturale successore di Saletta se non fosse che si lascia sfuggire frasi non gradite anche a Corte. Per ora l'incarico va al Generale Pollio. Nel 1911 è generale designato d'Armata. Alla vigilia   della Grande guerra sostituisce il Generale Pollio allo Stato Maggiore Generale. Nei primi due anni del conflitto riesce a controbattere tutte le offensive portate dai tedeschi pur dovendo, contro la sua natura, trincerare i reparti dal Trentino a Trieste. Nel 1917 con la caduta del fronte russo, si ritrova forze soverchianti e fresche contro il nostro esercito fiaccato dai tempi e dalla durezza dello scontro. Dopo Caporetto viene esonerato e abbandona l'Esercito al termine del conflitto. Alcuni anni dopo, già a riposo riceve il grado di Maresciallo per il contributo comunque dato nell'assestamento del fronte sul Piave. Senatore dal 1912 muore a Bordighera nel 1928.   

Raffaele Cadorna Pallanza (Novara) 1889 - Verbania 1973

Figlio di Luigi, intraprende la carriera militare in Cavalleria partecipando alla guerra di Libia nei Lancieri di Firenze. Sottotenente dal 1909, ottiene una medaglia di bronzo. Tre medaglie d'argento nella grande guerra in incarichi di Stato Maggiore svolti al fronte presso il comando supremo, insieme con il padre Luigi. Dopo l'armistizio è a Innsbruck con le truppe d'occupazione, poi dal 1920 al 1924 fa parte della commissione militare interalleata in Germania incaricata di tracciare i nuovi confini. Fu successivamente addetto militare a Praga dal 29 al 34 e Comandante del Savoia Cavalleria nel 37. Esprime intanto giudizi negativi nei confronti della politica militare fascista ed è contrario alla guerra d'Etiopia. Da Colonnello comanda dal 41 la scuola di Cavalleria di Pinerolo. Promosso generale di Brigata nel 1943 ebbe il comando della neo ricostituita Divisione Ariete nella versione di Cavalleria Corazzata.Il suo atteggiamento antifascista lo spinge a sollecitare direttamente il principe Umberto perchè sostituisca Mussolini. L'8 settembre 1943 partecipa, ma senza direttive precise, alla difesa di Roma dai tedeschi; dopo l'occupazione della capitale e lo scioglimento della sua unità, è ricercato dalla polizia fascista.  Nel dicembre del 43 prende contatti con il CLNAI e nel giugno 1944 viene paracadutato al nord come consigliere militare del movimento partigiano. Affiancato dai due vicecomandanti Parri e Longo, assume nel novembre 1944 il comando del Corpo dei Volontari della Libertà; nel febbraio 1945 rassegna le dimissioni perché contrario al progetto di unificazione delle formazioni partigiane. Appianati i contrasti, in qualità di comandante supremo dell'esercito partigiano, nell'aprile 1945 tratta la resa delle truppe della RSI. Il 4 luglio è nominato capo di Stato maggiore dell'esercito. Dimessosi nel 1947, si candida alle elezioni come indipendente nella DC nelle cui file è eletto senatore dal 48 al 63. Muore nel 1973.